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Ciro & Co. Archivio fotografico

Se qualcuno avesse avuto dei dubbi in merito a ciò che si è verificato circa 100 milioni di anni fa e sulla formazione e sulle vicissitudini del giacimento di Pietraroja certamente la visita alla sala esposizione dei fossili ne fugherebbe ogni minima ombra.

L’originalità dei reperti, la sapiente ricostruzione, le didascalie esplicative e la sistematica cura espositiva producono sul visitatore uno stupore che ha quasi del commovente. Non è facile spiegare la sensazione che si può provare nello stare a breve contatto di un cucciolo di un dinosauro, quasi ad accarezzarlo. Non è facile recepire il messaggio che la natura ci ha tramandato in 110 milioni di anni.

Nella sala sono esposti i reperti originali dei fossili più significativi del giacimento di Pietraroja costituiti da pesci, rettili, crostacei, anfibi, invertebrati e qualche vegetale appartenenti tutti al Cretacico medio e che oggi sono scomparsi.

Lo stato conservativo dei fossili esposti permette non solo l’individuazione di caratteristiche e particolarità delle specie a cui gli organismi appartenevano ma anche le particolari condizioni ambientali e geologiche che hanno consentito la conservazione degli organismi che oggi possiamo ammirare.

Ogni esemplare fossile esposto è accompagnato sia da una ricostruzione illustrativa dell’aspetto che avrebbe avuto da vivo sia da una esauriente nota esplicativa delle caratteristiche più significative.

Certamente il reperto più interessante è rappresentato dal Dinosauro carnivoro "Scipionyx Samniticus" che è affiancato da un modello e da un pannello che ne evidenzia le parti molli riconoscibili nell’esemplare fossile.

L’animale giace sul fianco sinistro, il cranio è connesso con lo scheletro e mentre le zampe anteriori sono ben visibili e conservate, quelle posteriori mancano di alcune parti. La mano mostra tre artigli (unghioni).Sono visibili tratti dell’impronta della pelle e del tubo digerente. Secondo il paleontologo dott. Marco Signore questo animale doveva rappresentare un esemplare molto giovane di piccoli predatori il cui esemplare più grosso doveva a stento superare un metro. Un predatore di piccole lucertole o rane con abitudini di vita simili a quelle dell’attuale gatto selvatico.

Di là da ogni descrizione o classificazione sistematica dell’animale, che certamente hanno un elevato significato scientifico c’è comunque da far rilevare che il ritrovamento di un fossile di un animale tipicamente terrestre mette in discussione la teoria sulle "piattaforme carbonatiche tipo Bahamas" in quanto collegando il ritrovamento di Pietraroja con le impronte e le piste di dinosauri di Altamura e della Venezia Giulia non è più possibile immaginare l’Italia del Cretaceo come un insieme di isolotti perché le impronte e le piste lasciate dimostrano il passaggio di questi animali, anche di grandi dimensioni, su quei sedimenti.

Un dinosauro a Pietraroja
La mostra resterà aperta fino al 31.12.2001
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Derasmosaurus pietraroja Celtedens megacephalus Diplomistus brevissimus De Blainville
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Diplomistus brevissimus De Blainville Coelodus costai-Heckel Coelodus costai-Heckel
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Natagogus petlandi-Agassiz Lepidotus sp. Lepidotus minor-Agassiz
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Hemielopis gibus-Kramberger Coccodrillo Impronta in loco degradata
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Impronta in loco degradata Scipionix Samniticus detto "Ciro" Antenato Gambero
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Antenato di Salamandra Ammonite Antenato Gambero (ricostruito)
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Ricostruzione di "Ciro" tratto da La Repubblica on line

 

Introduzione Cenni geologici Gli abitanti della laguna Come raggiungerci Ciro & Co. Link

Con il contributo dell'Ordine dei Geologi della Campania

 

 

       
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